Dal rapporto di Legambiente sulle Ecomafie, che verra' presentato il prossimo 5 maggio a Roma, ecco, in sintesi, le indagini piu' significative nel ciclo del cemento in Abruzzo anticipate oggi all'indomani del varo del provvedimento del Governo per la ricostruzione post sisma. L'operazione Histonium 2, nel giugno del 2008 ha portato all'arresto di diciassette persone tra cui il boss della ''ndrangheta Michele Pasqualone che, dalla sua cella nel carcere di Vasto gestiva un redditizio giro di usura, il racket delle estorsioni e il mercato illegale degli appalti, controllando di fatto mezza citta'. L'inchiesta Ciclone ha invece azzerato l'amministrazione della citta' pescarese, mandando a casa l'intero consiglio comunale per un collaudato sistema di gestione illegale dei lavori pubblici che favoriva, con appalti senza gara, gli imprenditori del mattone piu' importanti della zona, che poi ricambiavano con regalie di vario genere. Il villaggio turistico La Contea a Tagliacozzo, localita' sciistica dell'aquilano, sarebbe invece uno dei beni immobili nei quali e' stato reinvestito il favoloso tesoro di Vito Ciancimino, il potente sindaco-padrone della Palermo degli anni '70, condannato nel 2001 per mafia e morto nel 2002. Secondo il comando provinciale di Pescara del Corpo forestale dello Stato, se si sommassero i materiali scavati nelle quattro province abruzzesi si formerebbe una montagna alta piu' di mille metri. Tra gli interventi, il sequestro nell'agosto scorso di tre siti e la denuncia di 15 persone a Sulmona. Interessante anche il capitolo sui rifiuti: Quattro mani e Toxic country, sono i nomi delle operazioni di polizia che hanno scoperchiato gli affari sporchi di due organizzazioni dedite ai traffici di rifiuti, con base in Abruzzo e diramazioni in diverse altre regioni del territorio nazionale. Nella prima, denominata ''Quattro mani'' per l'abilita' mostrata dai trafficanti nel trasformare rifiuti pericolosi in non pericolosi o addirittura in materiale inerte, il Noe di Pescara ha deferito all'autorita' giudiziaria 36 persone mentre il giudice per le indagini preliminari di Chieti Marco Flamini ha emesso cinque ordinanze di custodia, per lo smaltimento illecito di rifiuti speciali pericolosi per l'ambiente e la salute umana. E ancora: nell'operazione ''Toxic country'', realizzata l'8 ottobre scorso su impulso della procura pescarese, il Corpo Forestale ha scoperto che rame, zinco, cadmio ed elevate quantita' di batteri - provenienti da un impianto di compostaggio di Montesilvano posto sotto sequestro - venivano sparsi su centinaia di ettari di campi destinati alla coltivazione di grano e foraggi. Nell'operazione ''Fangopoli'', proprio i fanghi tossici sono al centro di una richiesta di rinvio a giudizio avanzata a meta' gennaio di quest'anno dalla procura pescarese nei confronti di 25 indagati ''eccellenti'': imprenditori, amministratori e tecnici accusati di aver truccato l'appalto per la gestione del depuratore e dato vita a un traffico di fanghi finiti anche fuori regione. Per la mega discarica dei veleni localizzata a Bussi sul Tirino, in provincia di Pescara, la cui udienza e' fissata per il 9 luglio 2009, ci sono 27 indagati tra ex amministratori di Aca (Azienda consortile acquedottistica) e dell'Ato (Ambito territoriale ottimale), dirigenti Asl e rappresentanti delle industrie chimiche - Montedison e Ausimont - che si sono passate il testimone nel polo industriale di Bussi. Dopo una lunga e travagliatissima vicenda, la stima, probabilmente in difetto, per la bonifica di Bussi e' di 120 milioni circa, ma sono a disposizione soltanto 2 milioni: 500.000 euro del ministero e 1,5 milioni della Protezione civile.
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