Pioggia, nebbia e temperature in discesa rendono ancor piu' difficile la vita per i 40mila sfollati che vivono nelle tendopoli dopo il sisma del 6 aprile scorso. Da ieri sull' Abruzzo piove incessantemente e le previsioni per le prossime ore non lasciano sperare nulla di positivo. Ma se a L'Aquila e nel suo hinterland le difficolta' sono ormai legate soprattutto al fango, nei Comuni immediatamente fuori dalla cintura del capoluogo ci sono ancora problemi strutturali. Intanto c'e' la volonta' forte di riprendere una vita normale: riaprono i negozi, sempre di piu', e le scuole. Ieri ha preso il via l'iniziativa ''La scuola per l'Abruzzo'', progetto integrato a cui partecipa il Ministero per l'Istruzione, che attraverso insegnanti e psicologi punta al ritorno alla normalita'. Oltre 100 psicologi ed educatori sono sul campo fin dai primi giorni del terremoto per rispondere ai bisogni della popolazione alloggiata nei campi. Si stanno svolgendo attivita' ludico ricreative con i bambini, ma soprattutto si cerca di sostenere anziani, minori e adulti che manifestano un disagio significativo per la condizione che stanno vivendo. Anche per quanto riguarda la situazione sanitaria, si sta cercando di tornare alla normalita'. L'ospedale dell'Aquila e' ormai completamente operativo nelle tende, da circa una settimana, mentre i medici di base sono tornati all'opera. L'Ospedale da campo allestito dall'Ares Marche sta lavorando a pieno regime ormai da quasi due settimane. Ma la terra non smette di tremare: nella notte sono state registrate dall'INGV altre tre scosse, la prima, poco dopo la mezzanotte, di magnitudo 2.7, altre due intorno alle 3 del mattino di magnitudo 2.5. Dall'evento del 6 aprile ad oggi si sono contate oltre 10mila scosse.
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