martedì 27 aprile 2010

TUTTI I DETTAGLI SU ANGELINI

L’autorità giudiziaria ha anche disposto il sequestro preventivo del notevole quantitativo di oggetti d’arte riconducibili all’indagato già rinvenuti e sottoposti a sequestro giudiziario dalle stesse Fiamme Gialle di Chieti lo scorso mese di marzo.Il valore stimato è superiore ai 10 milioni di euro.Tra questi beni, sui quali e’ ancora in corso un’attivita’ peritale da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali di Chieti, si annoverano molti quadri di rilevante pregio e valore economico riferibili sia ad artisti contemporanei che del passato tra i quali spiccano Guttuso, De Chirico e Tiziano, una cui opera ha un valore stimato di oltre 900.000 euro. Le tele e gli oggetti d’arte più pregiati sono stati affidati in custodia ad una nota galleria d’arte di Roma che di fatto gia’ deteneva, per la successiva vendita, alcuni di essi per conto dello stesso Angelini.
Le misure restrittive, a conclusione di una prima fase investigativa, sono state richieste dalla Procura della Repubblica di Chieti nell’ambito delle indagini per bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale aggravata dal falso in bilancio riferibili alla casa di cura “Villa pini” s.r.l. già amministrata dallo stesso Angelini e già dichiarata fallita con sentenza del 17 febbraio scorso dal Tribunale di Chieti.Le indagini dirette dal pool di magistrati, composto dal procuratore della Repubblica di Chieti, Pietro Mennini, unitamente ai sostituti Giuseppe Falasca e Andrea Dell’Orso, hanno portato ad accertare una distrazione reiterata nel tempo delle risorse finanziarie della società per oltre 100 milioni di euro con prelievi ingiustificati dai conti correnti aziendali. Nel comunicato della Guardia di Finanza si legge inoltre che tali prelievi sono stati effettuati «attraverso artifizi ed aggiustamenti contabili, così come rilevato dalle approfondite consulenze tecniche disposte dalla autorità giudiziaria nonche’ dai riscontri investigativi della polizia tributaria di Chieti, che hanno altresi’ evidenziato atti di «vera e propria dissipazione».
L’approfondita attività investigativa ha preso le mosse dalla trasmissione degli atti da parte della Procura della Repubblica di Pescara a seguito della nota inchiesta sulla sanità che portò, tra l’altro, ad accertare la distrazione ovvero l’occultamento di 21 milioni di euro mediante la sottoscrizione di contratti di sponsorizzazione di comodo. Le successive indagini e i riscontri contabili disposti dall’autorità giudiziaria di Chieti hanno consentito di rilevare un quadro accusatorio preciso.Il gip nella sua ordinanza di custodia cautelare parla di :
- continui prelievi da parte dell’Angelini di somme di denaro per oltre 95 milioni di euro dai conti correnti intestati alla clinica “Villa Pini” a favore principalmente di se medesimo o della Novafin s.p.a., holding del “gruppo”, ponendo in essere una concreta sostituzione fraudolenta dell’attivo finalizzata a surrogare liquidita’ certe con crediti difficilmente esigibili.
- iscrizione nei bilanci della società Villa Pini di fittizi valori dell’attivo
- aumenti ingiustificati delle passività’ della casa di cura attraverso l’iscrizione di ipoteche per 30 milioni di euro sugli immobili finalizzati all’ottenimento di ulteriori liquidità.Le risultanze, recita il comunicato della Finanza saranno in ogni caso oggetto di ulteriore vaglio ed approfondimento anche alla luce degli eventuali contributi che l’indagato vorrà offrire. Anche per le altre aziende del “gruppo” riconducibili ad Angelini la stessa procura della Repubblica di Chieti ha richiesto nei giorni scorsi la dichiarazione di fallimento interessando nel contempo, per quelle ubicate fuori provincia, le autorita’ giudiziarie competenti territorialmente. L’indagine prosegue contestualmente alla procedura fallimentare della clinica Villa Pini srl e di tutte le altre aziende del “gruppo” le cui sorti sono esclusivamente rimesse alle decisioni dei competenti tribunali.

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