Ha tentato di togliersi la vita quando ha saputo dall'assistente sociale che non sarebbe tornato a casa dai genitori per decisione del tribunale per i minorenni dell'Aquila. Il fatto e' accaduto qualche giorno fa a Mosciano Sant'Angelo dove, un sedicenne e' stato dissuaso dalla volonta' di farla finita, grazie all'intervento di un vigile urbano e dell'assistente sociale del Comune. La magistratura minorile aveva strappato due anni fa i figli ai genitori accusati, insieme a dei vicini di casa, di molestie sessuali. Le successive indagini hanno dimostrato l'estraneita' ai fatti dei genitori mentre per due vicini di casa si aprira' il processo il prossimo 9 giugno a Teramo. "Con questo provvedimento i ragazzi che hanno 16 e 13 anni, percepiscono uno stato di carcerazione assoluto - commenta l'avvocato, Danilo Consorti. Speriamo ora nel ripensamento del giudice minorile anche alla luce del fatto che il curatore speciale nominato a tutela del fratello e della sorellina aveva acconsentito a che i due tornassero a casa. Faremo il possibile". La vicenda risale a due anni fa quando i minorenni che all'epoca avevano 14 ed 11 anni, subirono attenzioni morbose per le quali furono ritenuti corresponsabili i genitori, poi ritenuti estranei ai fatti. I ragazzini vennero cosi' affidati alla zia. A distanza di tempo, nonostante siano caduti gli indizi di colpevolezza sulla famiglia, per i due minori non si e' spalancata la porta di casa.
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