martedì 2 settembre 2008

PASSARE CON IL ROSSO NON E' SEMPRE REATO

La parola di un vigile urbano che fa una multa per «passaggio con semaforo rosso» può essere messa in discussione fino ad annullare il verbale davanti al giudice di pace, prima ancora di arrivare alla querela per falso. Questo quando ci sono dei testimoni che dimostrano un'errata valutazione dei fatti «non trattandosi di una realtà statica ma di un corpo-oggetto in movimento» suscettibile di diverse ricostruzioni. Lo stabilisce la Cassazione. Il caso riguarda una signora di Roma che si è vista recapitare a casa una multa per essere passata col rosso. Il giudice di pace aveva rigettato la sua contestazione, con testimonianze a suo favore, basandosi come da procedura «sull'efficacia fino a querela di falso del verbale di contravvenzione». La veridicità dei fatti, però, secondo i giudici della Seconda Sezione Civile della Cassazione, «poteva essere inficiata da un eventuale errore nella percezione della realtà» e quindi il ricorso della donna è stato accolto e la sentenza cassata con rinvio.
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