"Sono stati seguiti i canoni investigativi tradizionali per un omicidio. Acume investigativo, riscontri e interrogatori che in poche ore hanno stretto il cerchio intorno all'assassino". Il questore di Teramo, Piero Angeloni, nel corso di una conferenza stampa ha elogiato il lavoro svolto da tutta la squadra mobile e dalla polizia scientifica, che nella giornata di ieri hanno bloccato ed arrestato Mounem Daib, il marocchino di 19 anni, residente a Sant'Onofrio di Campli. Gli indizi trovati sul luogo del delitto, i riscontri dei tabulati telefonici, i controlli fatti in tutti i pronto soccorso d'Abruzzo e gli interrogatori delle persone che giravano intorno a Ennio Costantini, 69 anni, la vittima uccisa con venti coltellate, hanno permesso di arrivare all'arresto. Dalla ricostruzione e dalla confessione di Daib, che e' ancora in fase di verifica, il marocchino avrebbe raggiunto la vittima nel suo capannone verso le 12,30. La tesi di Daib e' quella di un colloquio per un posto di lavoro. Intorno alle 14, dopo le avances respinte da parte dell'extracomunitario, il raptus omicida. Un delitto d'impeto dettato dall'ira, sembrerebbe. Il marocchino ha fatto ritrovare un giubbotto macchiato di sangue, le scarpe che aveva preso alla vittima per sostituire le sue, sporche di sangue e il cellulare che aveva portato via all'imprenditore. Costantini sarebbe morto con una lenta agonia, dissanguato, nel corso del pomeriggio. Dopo mezzanotte la scoperta del cadavere da parte di un vigilantes.
gm
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