L'immigrato che ha un lavoro da noi può fare entrare clandestinamente i figli per "non abbandonarli" nel Paese d'origine. Lo sottolinea la Cassazione nel bocciare il ricorso della Procura di Trieste contro l'assoluzione dal reato di favoreggiamento dell'ingresso clandestino nel nostro territorio accordata ad un macedone, con un lavoro regolare, che aveva fatto entrare clandestinamente la figlia dodicenne rimasta sola in Macedonia. La Procura di Trieste aveva fatto ricorso lamentando la "carenza dello stato di necessita'" da parte dell'uomo, sulla base del fatto che il padre avrebbe potuto abbandonare il lavoro in Italia e cogliere "le opportunità dell'espansione dell'economia macedone" per non abbandonare la figlia. Ma Piazza Cavour ha respinto il ricorso sottolineando l'assoluzione dell'uomo perché ha agito "in stato di necessita'" per evitarne "l'abbandono".
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