domenica 25 gennaio 2009

EDITORIA: SI RISPARMIA SU TUTTO MA NON SUI LIBRI

Gli italiani non riducono i consumi culturali, neanche in tempo di crisi. Possono rinunciare a cambiarsi l'auto o a rinnovare il guardaroba, possono non andare al ristorante o in vacanza, ma ai libri non dicono no. Le stime piu' recenti del periodo natalizio lo confermano, per quanto parziali e senza cifre definitive. Malgrado la crisi, il Natale 2008 "e' andato bene, addirittura meglio del precedente" sostengono gli editori e nel complesso il mercato, seppure con qualche flessione, ha tenuto nell'arco dell'intero anno. Secondo i dati censiti da Nielsen, gli acquisti in libreria non si sono fermati nemmeno nelle settimane piu' nere, quando le borse segnalavano un indice pericolosamente tendente al basso. Certo, non e' tutto oro quello che luccica e in giro si respira un clima di comprensibile preoccupazione. Per la temuta crisi e l'impatto che "ancora potrebbe avere, specie nei primi tre, quattro mesi a venire", dicono i publisher. E stringono i denti. Ma, tutto sommato, e' un sorriso un po' sornione. Come mai? Da Mondadori a Rizzoli, da Laterza a Feltrinelli, al gruppo Mauri-Spagnol, chi parla lo fa con estrema cautela. "Il libro e' un bene rifugio che costa poco -spiega all'ADNKRONOS il direttore dell'Associazione Italiana Editori, Alfieri Lorenzon- La crisi colpisce tutti: per noi, finora, e' andata benino, anche se e' troppo presto per tracciare bilanci". Una situazione molto diversa, dunque, da quella di altri mercati. Rispetto agli Stati Uniti, ad esempio, in cui l'editoria si trova in grande affanno, oppure alla piu' vicina Spagna, dove si e' profilato un vero e proprio crollo di vendite a partire da settembre scorso.

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