Quattro famiglie su dieci hanno modificato nel 2008 le loro abitudini alimentari, il 35 per cento ha limitato gli acquisti o scelto prodotti di qualità inferiore. Sono questi alcuni degli elementi emersi da un'indagine condotta sul territorio nazionale della Cia- Confederazione italiana agricoltori anche sulla base dei dati Istat ed Ismea-AC Nielsen. I rincari che si sono generati lungo la filiera agroalimentare hanno spinto le famiglie italiane a cambiare la spesa per la tavola. E così si e' consumato, in quantità, più pollo e meno carne bovina, più maiale, salumi e insaccati, meno pane e più frutta e ortaggi, meno formaggi e più latte, meno pesce, olio d'oliva, vino e più derivati del latte. Il dato sui consumi di pasta, che crescono nonostante i vertiginosi rincari (più 28,2 per cento), può sembrare contrastante. Gli italiani hanno incrementato l'acquisto di pasta il cui prezzo, pur in presenza dei rincari.
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