mercoledì 18 marzo 2009

INTERROGATI GLI ARRESTATI DELL'OPERAZIONE "ALBA D'ORO"

Sono stati interrogati stamani, dal Gip del Tribunale dell'Aquila, i tre imprenditori di Tagliacozzo arrestati nell'ambito di dell'inchiesta antimafia "Alba D'Oro", con l'accusa di aver reinvestito soldi di provenienza del "tesoro occulto" del boss di Palermo, oggi scomparso, Vito Ciancimino, per l'acquisto di terreni a Celano e di un vllaggio turistico a Tagliacozzo.  I tre indagati sostanzialmente hanno rigettato ogni accusa, sostenendo di non essere a conoscenza di fondi della mafia ed hanno escluso l'esistenza di societa' fantasma. "Esistono delle voci in bilancio - ha detto l'avvocato Salvatore Sciullo, legale di uno di loro- esistono delle operazioni contabilizzate che i nostri assistiti ignoravano completamente la provenienza. E' tutto documentato con la massima trasparenza, - ha concluso l'avvocato - e' tutto riconducibile agli stessi, dunque non esistono sotterfugi". Il Gip ha dichiarato la propria incompetenza territoriale ed ha trasmesso tutti gli atti alla Procura di Avezzano."Questa inchiesta - ha detto il Procuratore antimafia della Repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini - ha di fatto dimostrato una infiltrazione mafiosa pesante in Abruzzo con l'utilizzazione di capitali che provengono indiscutibilmente da attivita' mafiose". Sotto la lente di ingrandimento ci saebbero altre due operazioni immobiliari a Sulmona che stava portando avanti uno degli indagati per conto di due societa' riconducibili a Gianni Lapis, ritenuto il prestanome di Vito Ciancimino. L'operazione immobiliare avrebbe comportato l'acquisto a Sulmona di due capannoni del valore di 4 milioni e 700 mila euro. Nell'ambito dell'indagine antimafia 'Alba d'Oro' sono stati sequestrati beni per un valore di 2,5 milioni. La Guardia di Finanza di Avezzano, ha avviato una verifica contabile sulla struttura turistica sulla quale avevano gia' indagato la Procura antimafia dell'Aquila e quella di Palermo. 

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