lunedì 27 luglio 2009

BUCCANEER: L'APPELLO DEI FAMILIARI DEGLI OSTAGGI

 

Appello al governo dei familiari dei 10 marittimi italiani del rimorchiatore Buccaneer che da oltre 3 mesi sono ostaggio dei pirati somali, per dare nuovo stimolo alle trattative per la loro liberazione. Richiesta disperata firmata, ovviamente, anche dai cari dei due ortonesi, il capitano dell'imbarcazione Mario Iarlori e il secondo macchinista Tommaso Cavuto.

«I familiari dei marittimi del Buccaneer ancora sotto sequestro da oltre cento giorni, nel manifestare viva preoccupazione per la sorte e la salute dei congiunti, sottolineando la loro adesione in questo lungo periodo all'appello del ministero ad evitare forme di pubbliche manifestazioni e clamori di sorta, ritengono di doversi rivolgere ai responsabili del governo nazionale per dare alle trattative in corso un nuovo impulso», si legge nella lettera, «pur avendo conosciuto in questi tre mesi la oggettiva difficoltà di vedere come controparte alla Farnesina sequestratori non affidabili, avendo in più occasioni avuto segnali tranquillizzanti che inducevano a qualche speranza di buon esito della trattativa, a tutt'oggi devono prendere atto che nessuno è in grado di dare loro più fondate speranze di un immediato rilascio dei propri congiunti. Viva preoccupazione viene anche dal tono di alcune telefonate, concitate e drammatiche, nelle quali dal rimorchiatore giungevano appelli a "fare presto", con gravi cedimenti psicologici che testimoniano comunque sofferenze e danni difficilmente rimarginabili». I familiari degli ostaggi sperano che questo appello serva a sollecitare l'attivazione con il gruppo di sequestratori somali del golfo di Aden di tutte le forme di accordo, qualunque esse siano, per riavere al più presto possibile nei rispettivi domicili i sedici membri dell'equipaggio del Buccaneer.


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