lunedì 26 aprile 2010

PIETRACAMELA: CASO SIMILE A "DON CAMILLO E PEPPONE"

Un caso da "Don Camillo e Peppone" in provincia di Teramo. I cittadini sono scesi sul sentiero di guerra perchè non hanno una chiesa dove andare a messa a Pietracamela dove è in atto una disputa per la minuscola chiesa di San Giovanni. Il Comune infatti ritiene che sia di sua proprietà, mentre alcuni atti dimostrerebbero che sia dell'Istituto di sostentamento del clero. La chiesa di San Leucio, è tuttora inagibile per i danni del terremoto e la chiesetta di San Rocco è proprio in cima al paese, difficilmente raggiungibile dagli anziani. Quest'estate la messa è stata detta in piazza e poi nella cappella dei frati paolini, fuori del paese. Il parroco ha proposto di dire messa a San Rocco, ma per i paesani è scomoda e sono andati a protestare dal sindaco, Antonio Di Giustino. Il primo cittadino ha affidato ad un manifesto il suo pensiero «Il possesso della chiesa, da 50 anni, è del Comune, ora è emerso che è stata accatastata all'istituto di sostentamento del clero. Tutta la questione è nata dal fatto che un geometra, a nome di privati, vuol fare un consorzio per il recupero di un "agglomerato" di edifici in cui è incastonata la chiesa. In ballo c'è un finanziamento da più di un milione di euro. Il Comune, come ente pubblico, tutela l'interesse dell'immobile occupandosene, e non lasciando tutto ai privati. Del recupero se ne deve occupare il Comune, e solo dopo si deciderà che uso fare della chiesa. La curia non ha potere di decisione».

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