Vincenzo Angelini non andava arrestato. E' quanto stabilito dai giudici dell'alta corte hanno rigettato il ricorso della Procura di Chieti che aveva contestato la scarcerazione dell'ex re delle cliniche private disposta dal tribunale del riesame dell'Aquila. Il riesame dell'Aquila nel decidere la rimessa in libertà dell'imprenditore puntualizzò che Vincenzo Angelini non poteva inquinare le prove e non c'era nessun rischio che potesse ripetere il reato di bancarotta fraudolenta, per questi motivi non andava arrestato.
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