"Pretendo tempi certi e funzionali per Cardiochirurgia. Di altre varianti non voglio sentire parlare". E' stato inappellabile l'assessore regionale alla Sanita', Lanfranco Venturoni, nell'ufficio del sindaco Umberto Di Primio a Chieti per fare il punto sulle scelte in Sanita' che riguarderanno la Asl del capoluogo teatino. Venturoni ha ripercorso l'iter per la realizzazione del polo cardiochirurgico dell'ospedale di Chieti il cui originario progetto per 40 miliardi delle vecchie lire e' poi lievitato a 34 milioni di euro con la previsione di due sale operatorie peraltro al grezzo. I lavori dovevano essere consegnati a luglio dello scorso anno, ha sottolineato l'assessore, ma poi salto' fuori una perizia di variante per la realizzazione di un open space chirurgico per realizzare il quale avremmo dovuto rinunciare a una serie di lavori che avrebbero di fatto impedito l'apertura dell'intera struttura. "La Regione non poteva accettare di andare avanti per varianti. Abbiamo preferito avere due sale operatorie ma aprire il polo cardiochirurgico". Quanto ai tempi, si prevede ancora un anno. Insomma, per Venturoni basta con il lucrare su altre varianti. L'assessore e' ancora piu' esplicito quando invia un messaggio al mondo imprenditoriale: "Le protezioni politiche partitiche - dice - sono finite. La partita si gioca sulla professionalita' e sul risparmio. L'articolo 20, quello relativo ai fondi per l'edilizia sanitaria, non puo' essere un fondo cui tutti attingono". Il sindaco Di Primio, su Cardiochirurgia, ha assicurato di aver ricevuto garanzie, per ora solo verbali, che i posti letto di terapia intensiva aumenteranno dagli attuali 4 previsti a 8. "Questo dovrebbe mettere fine alle polemiche circa i paventati scippi della struttura altreve. Nessuno poi ha notato che su Neonatologia i posti di terapia intensiva sono stati aumentati da 8 a 10". Era presente alla conferenza anche il manager della Asl, Zavattaro il quale ha accennato alle tante incompiute ricevute in eredita' e alla priorita' di destinare un capitolo del piano strategico alla necessita' di mettere mano al patrimonio edilizio finora mal gestito.
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