mercoledì 9 febbraio 2011

SANITA': CHIODI IN COMMISSIONE D'INCHIESTA

Si è conclusa in meno di un'ora l'audizione del governatore Gianni Chiodi davanti alla commissione d'inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali, presieduta dall'onorevole Leoluca Orlando. Affiancato dal sub commissario, Giovanna Baraldi, il presidente Chiodi ha risposto alle richieste del presidente Orlando, indicando i punti di criticità del sistema sanitario regionale e le azioni messe sul campo negli ultimi due anni sia in termini di riduzione del debito sia in termini di erogazione dei servizi sanitari. Sul fronte finanziario, Chiodi ha annunciato alla commissione d'inchiesta che "per il 2010 abbiamo stimato un disavanzo addirittura considerevolmente al di sotto della percentuale fissata nel programmatico del piano di rientro per il 2010. In due anni e' stato ridotto del 22% il debito del sistema sanitario regionale e di 13,8 quello della Regione Abruzzo permettendo a Moody's di aumentare il rating di affidabilita' dell'Abruzzo". Chiodi ha poi fotografato la situazione della sanita' al momento del suo insediamento. "Ci siamo trovati di fronte a queste forti criticita': eccesso di offerta, alti tassi di ospedalizzazione, prolificazione di unita' operative complesse, prolificazione dei posti letto, ricoveri inappropriati. Questa situazione della nostra sanita' ha portato all'esplosione del debito, che ad inizio 2008 era il piu' alto d'Italia". "I due punti piu' importanti sui quali siamo intervenuti - ha spiegato meglio Chiodi alla Commissione - sono: interventi sui privati, fissando i tetti, firmando per tempo i contratti e rete ospedaliera, con la riconversione di sei ospedali che presentavano dimensionamenti talmente piccoli che a nostro giudizio mettevano a repentaglio la qualita' dei servizi stessi. Questo processo ha interessato sei ospedali pubblici su 22 e portera' all'abbattimento dei posti per acuti ma nel contempo ad una presenza piu' immediata e diretta sul territorio. L'attuazione di questo piano sta producendo benefici non solo dal punto di vista finanziario, ma soprattutto per migliorare la qualita' dei servizi offerti per la tutela della salute del cittadino. Stiamo lavorando sulla farmaceutica e sul personale. I risultati raggiunti hanno evitato di aumentare ulteriormente le tasse, ponendoci cosi' come unica regione italiana sotto piano di rientro a non incrementare le leva fiscale, e portare, come detto, il disavanzo annuale 2010 al di sotto del programmatico". Il presidente della Regione ha anche illustrato gli aspetti di criticita' della sanita' regionale, partendo dalla mobilita' extraregione, cioe' la necessità che gli abruzzesi vadano a curarsi fuori regione. "E' un dato che per il 2009 risente fortemente del terremoto - ha spiegato Chiodi - non foss'altro che sulla mobilita' attiva, per tutto il 2009 e gran parte del 2010, abbiamo perso le prestazioni di un ospedale come quello dell'Aquila che aveva una forte capacita' attrattiva. Nel 2009, rispetto al 2008, abbiamo raddoppiato il dato sulla mobilita', anche se e' il caso ricordare questo e' un fenomeno che investe tutte le Asl regionali non solo quella aquilana. Spicca in questo senso il dato della Asl di Teramo, che storicamente ha sempre avuto un saldo negativo tra mobilita' attiva e passiva. Da qui la necessita' di stipulare con la Regione Marche, ma nonostante i ripetuti inviti non abbiamo avuto finora risposta, 'accordi di confine' sulla reciprocita' delle prestazioni e sul pagamento ridotto delle prestazioni cosiddette inappropriate secondo quanto stabilito dalle Regioni nella Piano della salute. Noi questa regola fissata dal Patto l'abbiamo applicata alle case di cura private dicendo loro che le prestazioni inappropriate extraregione venivano pagate al 30%. Noi chiediamo alle Marche la reciprocita' di questo trattamento altrimenti c'e' un'alterazione del mercato". Sui gruppi di potere che hanno condizionato la sanita', il presidente Chiodi ha detto alla commissione che "per anni abbiamo parlato di un sistema sanitario che si presentava iniquo, illegale, ma non abbiamo scoperto noi queste cose ma le ha scoperte la magistratura prima di noi. I gruppi di interesse che stanno resistendo al cambiamento sono gli stessi che hanno contribuito a generare un sistema sanitario del genere, approfittando della debolezza della politica che non si e' posta a leadership ed era arrendevole ai sistemi corporativi della sanita'. Come allo stesso modo sono da considerare corresponsabili i sindacati e le figure professionali dei medici. Questo e' il sistema contro il quale si sta combattendo, che e' un sistema formato da gruppi di pressione antichi, possenti e forti che ritengono questo cambiamento pericoloso perche' va ad intaccare posizione di potere".

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