sabato 26 marzo 2011

CULTURA: DOMANI IN PIAZZA CONTRO I TAGLI

Dire no ai tagli alla cultura. Si terrà con questo scopo la manifestazione "Cultura, se dura...non muore" in programma domenica 27 marzo alle 11 in piazza Primo Maggio a Pescara. La giornata, organizzata da diverse associazioni culturali e numerosi artisti, che si svolgerà proprio in occasione della "Giornata Mondiale del Teatro", aderisce alla "Giornata di Protesta Nazionale del Teatro Ragazzi Italiano" intitolata "Vogliono fare la festa al teatro". "La produzione e la diffusione dell'arte, dello spettacolo e della cultura -spiegano gli artisti e i gruppi che aderiscono alla manifestazione- sono un valore fondamentale per qualsiasi società. Mentre altri paesi europei, in un momento di crisi mondiale come questo, aumentano gli investimenti per la cultura, l'istruzione ed il sociale, l'Italia riduce drasticamente i finanziamenti a questi settori, fonte di occupazione per un'innumerevole quantità di operatori, professionisti e maestranze."
Alla manifestazione sono invitati tutti i cittadini che hanno a cuore la cultura con la raccomandazione di vestirsi di nero con occhiali scuri, sedia o sgabello pieghevole e fiori colorati. I promotori dell'iniziativa lamentano il taglio dei fondi per la promozione culturale e, in particolare l'azzeramento della dotazione finanziaria per la legge regionale n. 56, unica legge di riferimento per le attività annuali delle associazioni culturali. "In questo modo – denunciano i promotori della manifestazione- si abbatte un pezzo dello stato sociale, si incide negativamente su un diritto di cittadinanza e si rinuncia ad uno dei comparti economici chiave per ridare competitività all'Italia nello scenario internazionale. Infatti, quello dell'industria culturale è un settore vitale - proseguono -, nel quale operano imprese sane e produttive che danno lavoro a centinaia di migliaia di lavoratori. La domanda culturale è costantemente in crescita ed ha dimostrato di resistere alla generale caduta dei consumi anche nei momenti di maggiore crisi. Tutto questo fermento rischia di essere disperso  - concludono le associazioni - se non si torna ad investire in un settore che può essere determinante per rilanciare uno sviluppo duraturo e sostenibile dell'economia nazionale."

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