lunedì 21 marzo 2011

OMICIDIO IN THAILANDIA. TERAMANO TORNA IN LIBERTA'

Tornerà in libertà già nelle prossime ore Denis Cavatassi, il teramano accusato di essere il mandante dell'omicidio del socio Luciano Butti, avvenuto quasi una settimana fa in Thailandia. L'uomo pagando una cauzione potrà torbare a casa dove lo attendono la moglie thailandese incinta al sesto mese ed il figlioletto di tre anni che si trovano a Phi Phi Island dove Cavatassi gestisce in societa' sia un albergo (che aveva con Butti) che un ristorante. A darne notizia e' il fratello Adriano che da Tortoreto, paese di origine del ristoratore di 42 anni, mantiene i contatti con il familiare. "La posizione di mio fratello si fa marginale - racconta Adriano Cavatassi - . La moglie sta gia' attivandosi per produrre tutta la documentazione al giudice (tra cui il passaporto e la fideiussione bancaria a garanzia) necessaria per procedere alla liberta' su cauzione che ammonta a 500mila bath, circa 11.900 euro. Su ordine del magistrato Denis non potra' lasciare la Thailandia, ma era comunque sua volonta' non tornare in Italia per due motivi: il primo e' quello di non voler assolutamente abbandonare la sua famiglia e secondo, gli preme restare per collaborare o fare quanto possibile perche' la morte del socio Luciano Butti non resti impunita". Il quadro si sta facendo sempre piu' nitido e chiaro allontanando ora dopo ora il sospetto che possa essere il teramano ad aver ingaggiato il sicario dietro pagamento. Manca, di fatto, il movente. I sospetti sull'uomo sono maturati a seguito di un movimento di denaro dal suo conto corrente a quello dell'uomo accusato dell'omicidio di Butti. Ma il teramano ha sempre dichiarato di non sapere che quell'uomo in realta' fosse un killer. Dopo tante insistenze per un avere un prestito, Cavatassi gli fece un bonifico di 700 euro. Una traccia che e' stata letta come pagamento per l'ingaggio assassino.

Nessun commento: