martedì 10 maggio 2011

OMICIDIO REA: L'ASSASSINO TORNO' PER DEPISTARE

L'assassino di Melania Rea sarebbe tornato in un secondo momento sul luogo del delitto per depistare le indagini. Secondo gli accertamenti sul corpo della donna infatti sarebbero state trovate due serie di coltellate. Le prime 23 per uccidere, un'altra decina inferte dopo solo al fine di depistare. La dimostrazione di ciò arriva dai diversi tempi di coagulazione del sangue delle diverse ferite. Una messinscena per depistare, a cominciare da quella specie di svastica incisa nella coscia, da alcuni tagli sulle braccia, il tutto completato dalla siringa conficcata nel seno sinistro. Un lavoro che potrebbe aver costretto il killer a tornare sul luogo del delitto, nel bosco delle Casermette, a distanza di qualche ora. Per questo gli inquirenti stanno analizzando gli spostamenti dei vari personaggi del caso. A cominciare dal marito Salvatore Parolisi che la sera del 18 aprile dormì dall'amico Raffaele, per poi uscire molto presto la mattina dopo, come riferito dallo stesso Raffaele. Per andare dove? È emerso anche che in quei giorni Salvatore e la sua amante si sono sentiti ripetutamente. Prima e dopo la scomparsa di Melania. Lo scorso primo maggio, la giovane recluta ha chiamato Salvatore su uno dei suoi due cellulari. L'uomo, temendo di essere intercettato, le ha detto di mettere giù e l'ha poi richiamata da una cabina pubblica. Un altro episodio da verificare è accaduto il 19 aprile quando un'altra soldatessa all'alba prende un taxi a San Benedetto per arrivare ad Ascoli, ma durante il tragitto le squilla il cellulare. La ragazza si allarma, e, con aria piuttosto agitata, promette all’interlocutore al telefono di incontrarlo. Che si trattasse di Parolisi?

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