Il Gup del Tribunale dell'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, ha rinviato a giudizio quattro persone per il crollo di un edificio in via Roma 18 nel quale, la notte del 6 aprile 2009, rimase ferito un uomo di 39 anni. L'accusa per lesioni e cooperazione in disastro colposo punta su alcuni lavori nell'antico palazzo quali la realizzazione ex novo di una scala interna di collegamento senza predisporre le valutazioni delle condizioni di sicurezza strutturale e ignorando valutazioni sismiche. Inoltre non sarebbero state fatte delle prove di carico sulle strutture portanti. Queste contestazioni sono rivolte a tre tecnici, progettisti architettonici, strutturali e direttori dei lavori svolti tra il 1995 e il 2002. Si tratta di Marino Bruno, Giacomo Di Marco e Aurelio Melaragni per i quali secondo la procura ci sarebbe stato un comportamento caratterizzato da negligenza e imperizia. Sotto accusa anche Enzo Cicolani in qualita' di amministratore della societa' che ha effettuato i lavori. La procura della Repubblica ha individuato tre parti offese. Si tratta del 39enne ternano rimasto ferito nel crollo e ora residente nel Progetto case, tutelato dagli avvocati Giuseppe Sforza e Michela Colasanti, l'avvocato Paolo Enrico Guidobaldi titolare di un appartamento dove aveva lo studio legale e il sindaco in rappresentanza del Comune dell'Aquila. Il Comune ha chiesto un risarcimento di 200 mila euro. Il processo e' stato fissato al 28 ottobre prossimo.
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