lunedì 6 giugno 2011

LA VILLA DI D'ALFONSO AL CENTRO DEL PROCESSO

La villa di Lettomanoppello di Luciano D'Alfonso, ex sindaco di Pescara, e' stata al centro, oggi, del processo davanti al tribunale collegiale pescarese su presunte tangenti negli appalti pubblici al Comune del capoluogo adriatico. Nella sua deposizione, in qualità di testimone, Guido Camerano, uno degli agenti di polizia che ha svolto le indagini, ha ricordato che la villa di D'Alfonso e' stata costruita tra la fine del 2003 e del 2006, e che la ditta che ha effettuato i lavori, l'impresa Cardinale, dai primi mesi del 2004 ha avuto sei lavori a trattativa privata dal Comune di Pescara. Camerano ha aggiunto che alla fine del 2006 l'ex sindaco ha saldato, per conto della moglie, la fattura di 320 mila euro a Cardinale, evidenziando che i costi sostenuti dalla ditta sarebbero superiori all'importo pagato da D'Alfonso. Camerano ha anche evidenziato che nel periodo di tempo compreso tra il 2004 e il 2006, in alcuni mesi, non ci sono state uscite di denaro dal conto corrente di D'Alfonso. L'investigatore ha anche ricordato alcuni pagamenti effettuati dall'ex primo cittadino in contanti. Nel corso del processo si e' fatto infine riferimento ad un pranzo di lavoro di 924 euro, a Roma, della Fondazione Europa Prossima, che per l'accusa sarebbe stato saldato dall'imprenditore Alfonso Toto. Tra le testimonianze anche quella di Gaetano Monaco, direttore generale della Soget, che ha raccontato di aver conosciuto il giornalista Francesco Di Miero tramite l'ex sindaco. Monaco ha raccontato che Di Miero avrebbe dovuto realizzare un giornalino per l'azienda e comunque occuparsi della comunicazione. Monaco ha detto che Di Miero non ha mai effettuato le sue prestazioni pur avendogli pagato una fattura di 3mila e 600 euro.

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