venerdì 8 luglio 2011

L'AQUILA: UN CORTEO PER LA RICOSTRUZIONE

Oltre cento persone hanno aderito alla manifestazione "Senza case, senza lavoro L'Aquila non rinasce", tenutasi ieri all'Aquila. La protesta, partita da Piazza d'Armi si è conclusa dopo qualche ora davanti a Palazzo Silone, sede della Giunta regionale dell'Abruzzo. Un corteo pacifico ma che ha lasciato il segno e in cui non sono mancati momenti di tensione. Contestati Chiodi, Letta e il sindaco Cialente che ha partecipato nonostante gli slogan e le proteste degli altri manifestanti. Un anno dopo le manganellate di Roma, riservate ai manifestanti nelle strade della capitale, la nuova mobilitazione degli aquilani ha riguardato case e lavoro. Case e' l'appello incarnato dagli ospiti, sfollati e sfrattati, della caserma Campomizzi, ai quali e' stata riservata ieri la prima fila. Lavoro e' l'appello che sta a cuore ai giovani ma anche alle associazioni di categoria che hanno aderito, da Confindustria a Confartigianato, passando per i partiti. Contestati Comune, Regione e governo: "Chiodi, Cialente, Letta il vostro tempo e' finito, adesso andatevene tutti". Per il sindaco dell'Aquila: "Il vero problema e' l'emergenza democratica nel paese". Cialente ha poi commentato le contestazioni al Comune e alla sua persona -riferendosi ai manifestanti che hanno lanciato contro la sede del comune palloncini con acqua colorata nero verde, con la scritta "complici"- dicendo: "La città è con me e il gesto dei palloncini e della scritta fuori dal Comune mi è sembrato una ragazzata, come quando io da bambino andavo a suonare i campanelli e poi scappavo. Quando li ho visti li ho chiamati e ho detto loro di fermarsi a parlare ma sono andati via. Non intendo comunque denunciare l'accaduto".

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