Il primo filone di indagine e' quello che riguarda Guido Dezio con cui il sindaco, secondo la Procura, avrebbe chiesto denaro a piu' imprese in cambio di atti amministrativi a loro favorevoli. Di qui l'ipotesi di reato di corruzione e concussione.
Per quanto riguarda, invece, le ipotesi di truffa aggravata e falso ideologico, l'attenzione della Procura si e' soffermata sulla pubblicita' istituzionale del Comune. Si ritiene, infatti, che i fondi per la pubblicita' istituzionale in realta' sarebbero stati destinati a fini privati, personali, in particolare elettoralistici. Ad occuparsi dell'inchiesta e' il sostituto procuratore Gennaro Varone. Le perquisizioni domiciliari, eseguite questa mattina dalla polizia, non hanno riguardato solo il sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso, ma anche i suoi autisti. Ora gli investigatori stanno studiando le carte che il sindaco conserva nel suo ufficio. Il personale della polizia postale e della squadra mobile e' rimasto in Comune oltre due ore, fino alle 14.30 circa, col sindaco D'Afonso e il suo legale, l'avvocato Giuliano Milia. C'erano, tra gli altri, il dirigente della squadra mobile, Zupo, e il vice dirigente della Polizia Postale, Di Benedetto. Negli uffici di Palazzo di citta' anche Davide Zacconi, della Polpost, che si sta occupando del caso-Dezio.
Al centro dell'inchiesta su D'Alfonso ci sono anche le vicende della Pescara Calcio che vedono coinvolto Guido Dezio, il braccio destro del sindaco gia' finito in carcere. Nelle stanze blindate del primo piano di Palazzo di Citta' e' arrivato, subito dopo il blitz, il direttore generale della Pescara Calcio, Dario Mancini, verso le 14.50, per incontrare il primo cittadino, ma e' stato costretto a rinunciare all'incontro.
"Qualora venisse confermato questo ulteriore avviso di garanzia, il sindaco rassegni le sue dimissioni". Lo chiede l'Associazione 'Pescara in comune by Amici di Beppe Grillo', commentando gli ultimi sviluppi giudiziari che riguardano il sindaco Luciano D'Alfonso. 'L'ennesima disavventura giudiziaria del dindaco di Pescara - cui auguriamo di uscire presto e bene anche da questa 'verifica' cui e' sottoposto - pone con urgenza il problema della permanenza a Palazzo di Citta' di Luciano D'Alfonso'. E' la dichiarazione di Alessio Di Carlo (Riformatori Liberali-PdL) non appena appresa la notizia dei nuovi avvisi di garanzia notificati stamani al primo cittadino pescarese per i reati di corruzione, concussione, truffa aggravata e falso ideologico.
Il sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso, si è detto "convinto di poter chiarire ogni passaggio" che gli viene contestato dall'autorita' giudiziaria. Il primo cittadino ha sottolineato nel pomeriggio, in conferenza stampa, di "avere fiducia nel lavoro della magistratura e certezza in ordine agli elementi che posso fornire su ogni nodo di ogni procedura che ha riguardato le decisioni di questa amministrazione". Per il sindaco "e' possibile ricostruire tutto in merito agli "Amici della Pescara calcio" e fornire spiegazioni e chiarimenti in ordine all'attivita' istituzionale e di comunicazione istituzionale", questioni sulle quali sta indagando la Procura.
Dopo le perquisizioni di oggi (scattate alle 7.30 a casa D'Alfonso e in Comune) il sindaco dice di aver capito che "bisogna rendere piu' evidenti le risposte ad un'altra domanda: perche' si fanno le cose", e questo intende fare da ora in poi.
Ripercorrendo la giornata di oggi e l'esperienza della perquisizione, che D'Alfonso non augura "a nessuno", il primo cittadino ha detto che per il momento sta "cercando di avere piena consapevolezza" di quello che gli viene contestato e di fare "mente locale". "E' la prima volta - ha aggiunto - che mi capita di subire un'acquisizione documentale ma queste esperienze vanno messe in conto, mi dicono. Oggi ho ricevuto tanta solidarieta' e la sento al di la' del fatto che me la comunichino". Delle forze di polizia ha notato "la cordialita', la correttezza, la compostezza e la competenza".
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