Per mesi avrebbero costretto alcune giovanissime connazionali a prostituirsi sulla Bonifica minacciandole di morte con riti voodoo, violentandole, riempendole di botte e torturandole con del peperoncino negli organi genitali. Tre nigeriani sono stati arrestati dai carabinieri del Ros dell'Aquila. Ai tre, oltre allo sfruttamento della prostituzione, è contestata anche la riduzione in stato di schiavitù, reato per cui molto probabilmente l'inchiesta passerà per competenza alla procura distrettuale dell'Aquila.
Secondo le accuse i tre avrebbero costretto le ragazze a subire abusi sessuali di ogni genere. Alle vittime venivano tagliate ciocche di capelli, prelevati indumenti intimi e a volte effettuate anche delle incisioni sulla pelle per attingere gocce di sangue. Il tutto veniva poi utilizzato per fare dei riti voodoo in base ai quali, le donne sarebbero state colpite da una maledizione che avrebbe provocato la loro morte e guai ai familiari in caso di rifiuto a sottostare ai voleri dei loro sfruttatori. In questo modo le ragazze, molte delle quali arrivate in Italia con la falsa promessa di un lavoro, venivano minacciate di morte e poi avviate alla prostituzione sulla Bonifica del Tronto e, molto probabilmente, anche in alcune zone marchigiane, magari con l'appoggio di altre organizzazioni criminali.
Secondo le accuse i tre avrebbero costretto le ragazze a subire abusi sessuali di ogni genere. Alle vittime venivano tagliate ciocche di capelli, prelevati indumenti intimi e a volte effettuate anche delle incisioni sulla pelle per attingere gocce di sangue. Il tutto veniva poi utilizzato per fare dei riti voodoo in base ai quali, le donne sarebbero state colpite da una maledizione che avrebbe provocato la loro morte e guai ai familiari in caso di rifiuto a sottostare ai voleri dei loro sfruttatori. In questo modo le ragazze, molte delle quali arrivate in Italia con la falsa promessa di un lavoro, venivano minacciate di morte e poi avviate alla prostituzione sulla Bonifica del Tronto e, molto probabilmente, anche in alcune zone marchigiane, magari con l'appoggio di altre organizzazioni criminali.
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