E' offensivo attribuire ad una donna una «natura lewinskiana» e definire i suoi ragionamenti «farneticazioni uterine». Lo sottolinea la Cassazione accogliendo il ricorso di una signora contro un atto documentale presentato da un avvocato che conteneva queste espressioni. La Suprema Corte ha dato ragione al ricorso con il quale la donna protestava perchè il tribunale aveva confermato l'assoluzione penale dell'avvocato dal reato di diffamazione in suo danno. Dinanzi ai giudici di Piazza Cavour la signora ha chiesto un nuovo processo penale per l'avvocato e una condanna "forte" al risarcimento. I supremi giudici hanno dato il via libera al nuovo processo ritenendo gravemente offensive sia il riferimento alla stagista Lewinsky, che portò la bufera sulla Casa Bianca per la sua relazione con Bill Clinton, sia l'espressione «farneticazioni uterine».
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