venerdì 30 gennaio 2009

PROSTITUTA RIDOTTA IN SCHIAVITU' CONFERMA LE ACCUSE

Si e' svolto oggi, in Corte d'Appello, a L'Aquila, l'incidente probatorio nell'ambito dell'inchiesta su una giovane rumena avviata alla prostituzione da due connazionali, brutalmente pestata dai suoi sfruttatori e poi salvata dai carabinieri della compagnia di Montesilvano. L'episodio risale al mese di maggio 2008 quando i carabinieri hanno fermato la giovane nel corso di un controllo antiprostituzione e l'hanno trovata in condizioni fisiche pietose, con un orecchio tagliato e le ginocchia fasciate. Le due persone con cui viveva, un uomo e una donna rumeni poi arrestati dai carabinieri, le avrebbero anche strappato ciocche di capelli, brandelli di pelle e unghie. I militari dell'Arma, guidati dal capitano Enzo Marinelli, hanno individuato e arrestato i tre rumeni responsabili di queste atrocita' mentre la ragazza e' stata prima ricoverata in ospedale a Pescara e poi assegnata ad una casa famiglia dell'associazione Papa Giovanni XXIII. Le accuse sono di induzione e sfruttamento della prostituzione, riduzione in schiavitu' e lesioni personali. Oggi la giovane rumena ha confermato quanto gia' denunciato evidenziando anche che i tre la controllavano assiduamente e le impedivano di dormire e mangiare, dandole solo del latte con i cereali una volta al giorno (tanto che la giovane e' arrivata a pesare appena 35 chili). Il linciaggio sarebbe avvenuto perche' gli sfruttatori ritenevano che la prostituta avesse intascato parte del guadagno. Poi, dopo un paio di settimane in cui le violenze non sarebbero comunque mancate, la giovane sarebbe stata nuovamente spedita in strada, dove l'hanno trovata i carabinieri. La giovane, che e' difesa dagli avvocati Annalisa Chiodoni e Gianluca Tencati di Forli', oggi e' stata sentita insieme alla donna arrestata per questi fatti. Ora gli atti tornano al pm, per la chiusura delle indagini e la richiesta di rinvio a giudizio.
ac

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