lunedì 23 febbraio 2009

Richiamare sì, ingiuriare no

Il datore di lavoro può "richiamare", ma mai "ingiuriare il dipendente lavoratore", esorbitando così "dai limiti della correttezza e del rispetto della dignità umana". Lo sottolinea la Cassazione, confermando la condanna inflitta ad un datore di lavore che aveva indirizzato a un dipendente una lettera contenente "frasi offensive del suo onore e decoro": nella missiva, di cui erano stati informati anche gli esponenti del Consiglio di amministrazione, il capo aveva scritto che "appare penoso dover constatare l'utilizzo di certi mezzucci da mezze maniche per fregare il proprio datore di lavoro". "In tema di ingiuria in ambito lavorativo - si legge nella sentenza - il potere gerarchico o, comunque, di sovraordinazione consente di richiamare, ma non di ingiuriare il dipendente lavoratore, o di esorbitare dai limiti della correttezza e del rispetto della dignità umana".
gm 

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