Le aziende non hanno piu' l'obbligo tassativo di assumere un disabile. Lo sottolinea la Cassazione secondo la quale la norma, nell'ottica di considerare l'invalido una "risorsa" per l'azienda e non un "peso", e' tesa a fare si' che la collocazione di un diversamente abile nell'organizzazione aziendale "sia utile all'impresa e che nello stesso tempo, per consentire l'espletamento delle mansioni per le quali il lavoratore e' stato assunto, non si traduca in una lesione della sua professionalita' e dignita'". Di conseguenza, chiarisce la Suprema Corte, "il datore di lavoro puo' legittimamente rifiutare l'assunzione non soltanto di un lavoratore" disabile "con qualifica diversa, ma anche di un lavoratore con qualifica 'simile' a quella richiesta, in mancanza di un suo previo addestramento o tirocinio. Un "radicale cambiamento" rispetto alle precedenti norme, visto che prima il datore di lavoro "non poteva esimersi dall'assumere un lavoratore" disabile "anche se lo stesso era sprovvisto della qualifica utile e necessaria a ricoprire il posto di lavoro disponibile nell'assetto organizzativo che l'impresa stessa si era data".
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