Il disegno di legge sulla sicurezza preoccupa «seriamente» i medici: in testa «l'obbligatorietà della denuncia» di un immigrato clandestino, senza tener conto dei rischi per la salute pubblica e a livello personale e professionale. Così stando le cose, insorgono i sindacati, il medico di enti pubblici e di enti convenzionati con il Servizio sanitario nazionale è «obbligato a denunciare», anche soltanto se dovesse avvertire per «il fumus di reato». Il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Amedeo Bianco, si dice contrario all'equazione «ti curo poi ti consegno». I rischi sono diversi: mancanza di tranquillità dovendo ogni volta scegliere tra seguire il codice deontologico o la legge, nascita di una sanità parallela (ambulatori clandestini), pericolo di un accesso in ritardo in ambulatorio, ripercussioni a livello economico. A livello professionale e personale, ci si troverebbe esposti all'espulsione dall'ordine dei medici nel caso non si seguisse il codice deontologico o a un reato penale nel caso non ci si rivolgesse all'autorità.
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