In una regione dove l'agroalimentare vale il 15% del prodotto interno lordo la ripresa dell'economia e lo sviluppo locale e' fortemente condizionato dalla domanda del made in Abruzzo a tavola. E' quanto afferma la Coldiretti, ad un anno del tragico sisma, nel sottolineare che il terremoto, oltre a distruggere stalle e aziende, con danni complessivi stimati in 100 milioni di euro tra imprese agricole, strutture e infrastrutture rurali, ha infatti compromesso gli sbocchi commerciali, soprattutto per le attivita' situate nella zona del cratere, anche se ci sono segni di ripresa. L'Abruzzo, sottolinea la Coldiretti, puo' contare su 6.000 punti vendita dei prodotti tipici regionali aperti in frantoi, cantine, stalle, aziende agricole e mercati dove e' possibile acquistare prodotti direttamente dagli agricoltori e di origine abruzzese garantita. Dopo il sisma, si sono aggiunti, grazie al progetto della Coldiretti per 'una filiera agricola tutta italiana', i mercati degli agricoltori di Campagna amica, che portano nei centri delle piccole e grandi citta' prodotti sani, freschi, stagionali e al giusto prezzo: sei sono stati gia' attivati a Chieti, Vasto, Giulianova, Pratola Peligna, Scurcola Marsicana e Casoli, e altri due ne verranno aperti a breve a Pescara e un terzo a Sulmona coinvolgendo in totale quasi cento produttori agricoli.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento