Il patron dei Premi Internazionali Flaiano, Edoardo Tiboni, sorpreso ed amareggiato dalle parole del sindaco Luigi Albore Mascia durante la conferenza di presentazione del Festival Dannunziano, ha replicato al primo cittadino pescarese. "Sorprende che il Sindaco di Pescara, - scrive Tiboni - definisca, come fa oggi sui giornali, il festival dannunziano, indubbiamente una sua creatura, "il primo grande evento di respiro internazionale capace di dar nuovo slancio all'immagine della città e della regione" ignorando la storia culturale della sua città. Tralasciando anni lontani in cui brillava di luce mondiale la Coppa Acerbo, evento sportivo, mondano e anche culturale; o le celebrazioni del centenario dannunziano del 1963 il cui lascito tangibile è il Teatro Monumento a d'Annunzio; o gli anni più felici del Festival Jazz, e considerando solo l'ultimo quarantennio, il Sindaco era appena bambino quando sulla nostra riviera cominciarono ad arrivare per ricevere il Premio Flaiano scrittori e poeti di fama internazionale. E poi intellettuali studiosi della lingua e della cultura italiana provenienti dai cinque continenti. Un grande nutrimento - continua Tiboni - per le generazioni che sono cresciute seguendo i dibattiti e i festival del Flaiano. Non credo si renda un buon servizio a Pescara ed all'Abruzzo intero, soprattutto in momenti di difficoltà come gli attuali, ignorando questa realtà confermata nei giorni scorsi dal successo della 37^ edizione del Premio Flaiano, realizzato nonostante incertezze perduranti sui sostegni regionali. Mia opinione è che l'impegno dei pescaresi, a cominciare dal Sindaco in carica, debba consistere nell'esaltare, in tutta la loro dimensione, sia d'Annunzio che Flaiano, compiacendosi, semmai, che figure così illustri abbiano avuto i natali nel cuore della vecchia Pescara".
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