martedì 28 settembre 2010

RIFIUTOPOLI: INTERROGATORI CONCLUSI

Si sono svolti questa mattina al tribunale di Pescara gli interrogatori dei due indagati principali dell'inchiesta rifiutopoli. Si tratta dell'assessore regionale alla sanità, Lanfranco Venturoni (attualmente sospeso fino al suo ritorno in libertà), e dell'imprenditore Rodolfo di Zio. Entrambi agli arresti domiciliari, i due sono arrivati poco prima delle 10.30 in tribunale per essere interrogati dal gip Guido Campli, alla presenza del procuratore capo, Nicola Trifuoggi, e dei sostituti Anna Rita Mantini e Gennaro Varone. Il patron della Deco, accompagnato dall'avvocato Giovanni Di Biase, è apparso molto teso, tanto da entrare attraverso una porta secondaria e insultare i giornalisti. Di Zio, accusato di aver concesso contributi elettorali al fine di ottenere appalti per la costruzione e gestione di inceneritori e discariche in Abruzzo, si è avvalso della facoltà di non rispondere, salvo annunciare al Gip l'intenzione di presentare, a giorni, un memoriale sull'intera vicenda. Più tranquillo e collaborativo si è dimostrato, invece, Lanfranco Venturoni che aveva assicurato qualche dichiarazione alla stampa. L'assessore, in compagnia del legale Nisii, pur non mantenendo la promessa con la stampa, è infatti andato via dall'aula 6 tramite una porta laterale, ha risposto però a tutte le domande del giudice Campli. Silenzio stampa anche da parte del Procuratore Nicola Trifuoggi che ha semplicemente confermato che "Venturoni non si è mai rifiutato di rispondere, a nessuna domanda" mentre Di Zio "ha letto quattro righe a sua difesa, ci ha spiegato che presenterà successivamente una memoria scritta e si è avvalso della facoltà di non rispondere". E c'è grande attesa anche per i prossimi appuntamenti in tribunale previsti per l'inchiesta rifiutopoli: giovedì 30 settembre, quando verrà ascoltato il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, che ha chieso egli stesso di poter parlare con i magistrati e venerdì 1 ottobre quando a comparire davanti al Gip sarà il senatore Fabrizio Di Stefano, coinvolto nella vicenda. E' stata invece rimandata a metà ottobre l'audizione del senatore Paolo Tancredi.

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