sabato 14 maggio 2011

CASO DEZIO: D'ALFONSO CONDANNATO

Condannato a 4 mesi di reclusione e a 4 mesi di interdizione dai pubblici uffici per l'accusa di abuso d'ufficio. Così si è concluso ieri in tarda serata il processo a carico dell'ex sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso, nell'ambito dell'inchiesta sull'assunzione di Guido Dezio, suo braccio destro a dirigente comunale. La condanna riguarderebbe il primo incarico ricevuto da Dezio nel 2004, per il quale il pm Paolo Pompa aveva chiesto un anno di reclusione. Per altri due incarichi assegnati al suo braccio destro un anno dopo, invece, sono state emesse due assoluzioni, perchè il fatto non sussiste. Ieri mattina il processo si era aperto con la testimonianza dell'assessore regionale Carlo Masci, all'epoca dei fatti consigliere comunale. Masci ha detto di aver presentato, nel maggio 2007, un'interrogazione al consiglio comunale, sottoscritta anche da altri consiglieri dell'opposizione, per chiedere di fare chiarezza sulla vicenda del concorso in quanto aveva riscontrato delle anomalie su quanto dichiarato da Dezio. Nello specifico l'ex braccio destro di D'Alfonso attestava di aver svolto alla Regione un ruolo equiparato a quello dirigenziale, in realta' risultava una prestazione di collaborazione con il gruppo della Margherita. Masci ha poi aggiunto che notoriamente Dezio era considerato l'alter ego di d'Alfonso. Nel corso del processo il tribunale ha respinto la richiesta del pm Paolo Pompa di riunire questo procedimento a quello per tangenti al Comune di Pescara, e di modifica, definita dalla difesa strutturale, del capo di imputazione.

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