Sono 27 le misure cautelari eseguite questa mattina all'alba dalla Squadra Mobile di Pescara, di cui 19 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 3 con divieto di dimora, nell'ambito dell'operazione "Scoiattolo", che prende il nome dal nomignolo con il quale venivano chiamate le ragazze sfruttate. Nell'ambito della stessa indagine il GIP presso il Tribunale per i Minorenni di L'Aquila ha inoltre emesso un provvedimento restrittivo nei confronti di un 17enne rumeno. Gli agenti hanno sgominato una pericolosa gang, formata da rumeni ed italiani, tutti accusati di associazione per delinquere, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, estorsione e rapina. L'organizzazione criminale aveva suddiviso il territorio pescarese in 3 zone distinte, sulle quali avevano allestito 3 diversi giri di prostituzione: sulla riviera nord, nella zona della stazione di Pescara e sulla riviera sud. In quest'ultima zona, erano due le sottoaree: via della Bonifica e vicino al Porto turistico. Le indagini sono state avviate nel luglio dello scorso anno, quando una prostituta rumena denunciò alla Polizia la scomparsa di una sua collega. Gli agenti hanno poi scoperto che a presentare la denuncia era stata, in realtà, una delle sfruttatrici della giovane donna scomparsa e che quest'ultima era scappata, grazie all'aiuto di un cliente, un 60enne della provincia di Chieti, per sfuggire ai loro aguzzini. Proprio grazie alla collaborazione della donna, la Polizia di Pescara ha scoperto il modus operandi della gang: le giovani rumene venivano reclutate in patria, spesso con l'inganno di un falso posto di lavoro, una volta giunte in Italia però venivano avviate alla prostituzione tra le città di Pescara e Bari. In molti casi le donne venivano sottomesse con violenze e minacce. A controllarle le donne "caporali", ovvero delle prostitute anziane che istruivano le nuove "reclute", per abbordare più "treni" - così chiamavano i clienti - possibili. In base a quanto ritenuto dal GIP Luca De Ninis, che ha firmato i provvedimenti restrittivi, l'organizzazione criminale scoperta ha connotati che "si avvicinano a quelle mafiose". Per ogni ragazza, infatti, veniva pagato un vero e proprio pizzo, ovvero una tassa che concedeva l'occupazione del suolo nelle varie zone controllate.
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