riceviamo da Maurizio Acerbo e pubblichiamo:
"Il senatore Andrea Pastore: lo ricordavamo invocare l’intervento della magistratura contro gli amministratori di centrosinistra, ora depreca il “polverone” suscitato dalle inchieste sul post-terremoto. Pastore sembra amare i polveroni giudiziari soltanto quando coinvolgono esponenti dell’altro schieramento. Ho la sensazione che a suscitare l’improvviso risveglio del solitamente sonnecchiante senatore PDL siano state le notizie apparse sulla stampa relative al coinvolgimento nelle inchieste del numero 2 del PDL Denis Verdini. Che sia lui il “traffichino” a cui si riferisce Pastore?
E’ davvero incomprensibile questa preoccupazione del senatore Pastore per i rischi derivanti da un uso smodato del telefonino: forse non si è accorto di aver votato al Senato poche ore fa una norma che mette al sicuro i vertici del suo partito e gli imbroglioni di ogni specie da questi spiacevoli inconvenienti. D'ora in poi si potrà ridere dei terremoti senza timore di essere ascoltati!
Singolare anche la filosofia generale del senatore: le notizie relative alle inchieste sulle infiltrazioni mafiose allontanerebbero le imprese serie e pulite! Da un parlamentare abruzzese ci si sarebbe aspettato che, dopo l’emergere dello scandalo della “cricca”, chiedesse a gran voce un inasprimento dei controlli sugli appalti della ricostruzione! Invece il senatore si rivolgerà al presidente della commissione antimafia per chiedere il contrario.
Ma evidentemente i parlamentari abruzzesi del PDL, come anche giUnta e consiglieri regionali, si preoccupano soltanto di non irritare i vertici romani.
Un tempo la politica almeno aveva il buon gusto di ripetere la rituale formula "sia fatta piena luce", ora chiede esplicitamente di spegnere i riflettori per non disturbare il manovratore"
"Il senatore Andrea Pastore: lo ricordavamo invocare l’intervento della magistratura contro gli amministratori di centrosinistra, ora depreca il “polverone” suscitato dalle inchieste sul post-terremoto. Pastore sembra amare i polveroni giudiziari soltanto quando coinvolgono esponenti dell’altro schieramento. Ho la sensazione che a suscitare l’improvviso risveglio del solitamente sonnecchiante senatore PDL siano state le notizie apparse sulla stampa relative al coinvolgimento nelle inchieste del numero 2 del PDL Denis Verdini. Che sia lui il “traffichino” a cui si riferisce Pastore?
E’ davvero incomprensibile questa preoccupazione del senatore Pastore per i rischi derivanti da un uso smodato del telefonino: forse non si è accorto di aver votato al Senato poche ore fa una norma che mette al sicuro i vertici del suo partito e gli imbroglioni di ogni specie da questi spiacevoli inconvenienti. D'ora in poi si potrà ridere dei terremoti senza timore di essere ascoltati!
Singolare anche la filosofia generale del senatore: le notizie relative alle inchieste sulle infiltrazioni mafiose allontanerebbero le imprese serie e pulite! Da un parlamentare abruzzese ci si sarebbe aspettato che, dopo l’emergere dello scandalo della “cricca”, chiedesse a gran voce un inasprimento dei controlli sugli appalti della ricostruzione! Invece il senatore si rivolgerà al presidente della commissione antimafia per chiedere il contrario.
Ma evidentemente i parlamentari abruzzesi del PDL, come anche giUnta e consiglieri regionali, si preoccupano soltanto di non irritare i vertici romani.
Un tempo la politica almeno aveva il buon gusto di ripetere la rituale formula "sia fatta piena luce", ora chiede esplicitamente di spegnere i riflettori per non disturbare il manovratore"
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